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Le origini del nome e lo stemma cittadino

Sull’etimologia del toponimo “Maratea” sussistono varie ipotesi. Da thea-maris (“dea del mare”), corrotto addirittura in dea maris, che giutifica la settecentesca dizione di “Maradea”, si arriva alla versione Mar-ar-Ethea, il cui significato è “Città dei Grandi Etei”, popolo che, stabilitosi inizialmente sulle rive del Mar Nero, si spostò più tardi verso le regioni occidentali, e presumibilmente anche sul territorio dell’attuale Maratea. L’etimologia più accreditata è tuttavia quella proposta dal Racioppi e poi confermata dal grande glottologo tedesco Gerhard Rohlfs: Marath-ia, “la finocchiaia” ( da Marathus, “finocchio”), cioè “Terra di finocchi”, data la notevole diffusione del finocchio selvatico sull’intero territorio. L’attuale stemma di Maratea, che sostituì quello antico recante l’immagine di una sirena sdraiata sul lido, è in campo azzurro e raffigura tre torri emergenti dalle acque con un’aquila bicipite sulla mediana. L’aquila, simbolo regale, sta ad indicare il particolare status di “Città regia”, cioè appartenente direttamente al Regio Demanio e quindi non feudale. Le tre torri raffigurate sullo stemma sono quelle ubicate nel borgo. In realtà solo di due si ha una prova certa, poiché ancora visibili: una si trova nella parte inferiore del Centro Storico, mentre l’altra è stata inglobata nella Chiesa Madre, di cui costituisce il coro. L’eventuale terza viene solitamente identificata con casa Passeri, antistante all’attuale Piazza Buraglia, a metà strada tra le altre due.